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Così sono andata a....more!!!
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Per me sono una vera passione!
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Un amore iniziato quando, sposina novella, sono sbarcata in Mugello.
Sono nata in centro, a Firenze, ed ero molto cittadina , poi ho incontrato un galletto ruspante del Mugello e mi sono fatta incantare... morale: abito quassù da circa trentaquattro anni!!!
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Non è stato facile abituarsi alla vita di paese, ma io ho un enorme senso pratico e, visto che c'ero, perchè non approfittare e imparare ad andare per boschi e prati? La cosa più difficile è stata superare la paura degli insetti... prima saltavo per aria alla sola vista di un grillino..si faceva a chi saltava di più.... . Ormai sopporto stoicamente quasi tutto, dico quasi perchè con i ragni ancora il rapporto è un po' difficile....
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Insomma è da allora che vado a fare more e , dopo una strenua lotta con pruni, tafani, insettini vari, forasacchi..., sfidando intrepida chilometri a piedi sotto il sole agostino..., dopo essermi tolta centinaia di spie dalle mani, braccia, gambe..., dopo aver passato chili di more al passaverdura, bollito e invasettato il meraviglioso nettere nero...ecco che arrivano le "cavallette"..: i cuccioli, le figlie , vari ed eventuali amici, il padrone di casa (che ad essere sinceri mi aiuta anche a raccogliere..) che divorano allegramente pane burro e marmellata....
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MARMELLATA DI MORE
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Le more buttano fuori il loro succo e piano piano cambiano colore, in circa 20, 30 minuti diventano viola - rossastre.
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Così, bollenti, vanno passate una prima volta con il passaverdura a buchi grossi.
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La passata ottenuta va rimessa nel tegame, riscaldata e... ripassata al passaverdura a fori piccini. Lo so, è faticoso e mooolto "sporchevole", ma è l'unico modo per togliere la quasi totalità dei semini e al tempo stesso recuperare il massimo della polpa.
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Ora si pesa la polpa e si unisce lo zucchero pari ai tre quarti del peso ottenuto. E' qui che entra in gioco l'ineluttabile... se le more erano molto dolci otterremo un composto dolce, altrimenti verrà un po' più asprino.
.Il tutto va fatto bollire delicatamente, girando spesso e schiumando all'occorrenza, anche per questo entra in gioco l'umidità di partenza, fino a raggiungere la giusta consistenza. Per vedere se è abbastanza soda si fa scorrere alcune gocce di marmellata su un piattino ben freddo, se si ferma subito è pronta; bisogna pensare che se si vuole usare la marmellata per le crostate non importa che sia sodissima perchè viene ricotta con la frolla e per spalmarla va bene anche più sciolta.
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All'ultimo minuto si fanno bollire per pochi minuti i barattoli e i tappi, sempre nuovi, questi non cuoceteli troppo altrimenti si deformano, e versate la marmellata bollente nei vasi bollenti e ben scolati e tappate con i tappi bollenti... E' vero ci si brucia maledettamente , ma così siamo sicuri che il tutto è ben sterilizzato e, se non viene mangiato prima, durerà tutto l'inverno.
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Via via che sono pronti i vasetti si mettono a testa in giù su uno strofinaccio pulito e si coprono amorevolmente in modo che si freddino piano piano...
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Ora le etichette e... via in dispensa!
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Che ne dite di fare colazione con fette biscottate, burro e marmellatina dolce dolce?
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ECCOMI!! SONO TORNATA!!!!
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....E le ferie sono finite... Nel bene e nel male , anche questa lunga pausa marina è finita....
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Intendiamoci, non mi voglio mica lamentare del così detto " brodo grasso" !!! Io al mare ci sto benone!! Con i miei cuccioli che stanno in acqua tutto il giorno, io pure che mi tuffo volentieri ( e mi tuffo davvero!, nonostante la mia non verdissima età mi diverto un sacco a fare delle "bombe"
giganti ) e tanti amici vecchi e nuovi... Ma .... casina mia è casina mia.....
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....E al mio mare ci sono le MORE!!!
. Così sono andata a....more!!!
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Per me sono una vera passione!
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Un amore iniziato quando, sposina novella, sono sbarcata in Mugello.
Sono nata in centro, a Firenze, ed ero molto cittadina , poi ho incontrato un galletto ruspante del Mugello e mi sono fatta incantare... morale: abito quassù da circa trentaquattro anni!!!
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Non è stato facile abituarsi alla vita di paese, ma io ho un enorme senso pratico e, visto che c'ero, perchè non approfittare e imparare ad andare per boschi e prati? La cosa più difficile è stata superare la paura degli insetti... prima saltavo per aria alla sola vista di un grillino..si faceva a chi saltava di più.... . Ormai sopporto stoicamente quasi tutto, dico quasi perchè con i ragni ancora il rapporto è un po' difficile....
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Insomma è da allora che vado a fare more e , dopo una strenua lotta con pruni, tafani, insettini vari, forasacchi..., sfidando intrepida chilometri a piedi sotto il sole agostino..., dopo essermi tolta centinaia di spie dalle mani, braccia, gambe..., dopo aver passato chili di more al passaverdura, bollito e invasettato il meraviglioso nettere nero...ecco che arrivano le "cavallette"..: i cuccioli, le figlie , vari ed eventuali amici, il padrone di casa (che ad essere sinceri mi aiuta anche a raccogliere..) che divorano allegramente pane burro e marmellata....
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MARMELLATA DI MORE
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La marmellata di more è quella che più di tutte varia con il variare della stagione, nel senso che ad un'estate particolarmente calda corrisponde, ovviamente, una raccolta dolce ma "asciutta", invece quando capita una stagione più piovosa le more risultano scipite e se non ci si spiccia a cuocerle muffano velocemente. Quindi non è semplice dare le dosi giuste per ottenere un'ottima marmellata, si va un po' a naso e...si assaggia!
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Ingredienti e procedimento:
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.Almeno 2 kg di more, altrimenti non merita nemmeno cominciare , dopo averle lavate , scolate bene e ripulite da eventuali impurità, vanno messe in un tegame di alluminio pesante, io insisto con questo tipo di tegami ma veramente sono quelli più adatti perchè nonostante la lunga cottura non attacca nulla, e "ammostate", cioè fatte cuocere senza aggiungere acqua e schiacciandole e girandole continuamente con un mestolo di legno. Le more buttano fuori il loro succo e piano piano cambiano colore, in circa 20, 30 minuti diventano viola - rossastre.
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Così, bollenti, vanno passate una prima volta con il passaverdura a buchi grossi.
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La passata ottenuta va rimessa nel tegame, riscaldata e... ripassata al passaverdura a fori piccini. Lo so, è faticoso e mooolto "sporchevole", ma è l'unico modo per togliere la quasi totalità dei semini e al tempo stesso recuperare il massimo della polpa.
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Ora si pesa la polpa e si unisce lo zucchero pari ai tre quarti del peso ottenuto. E' qui che entra in gioco l'ineluttabile... se le more erano molto dolci otterremo un composto dolce, altrimenti verrà un po' più asprino.
.Il tutto va fatto bollire delicatamente, girando spesso e schiumando all'occorrenza, anche per questo entra in gioco l'umidità di partenza, fino a raggiungere la giusta consistenza. Per vedere se è abbastanza soda si fa scorrere alcune gocce di marmellata su un piattino ben freddo, se si ferma subito è pronta; bisogna pensare che se si vuole usare la marmellata per le crostate non importa che sia sodissima perchè viene ricotta con la frolla e per spalmarla va bene anche più sciolta.
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All'ultimo minuto si fanno bollire per pochi minuti i barattoli e i tappi, sempre nuovi, questi non cuoceteli troppo altrimenti si deformano, e versate la marmellata bollente nei vasi bollenti e ben scolati e tappate con i tappi bollenti... E' vero ci si brucia maledettamente , ma così siamo sicuri che il tutto è ben sterilizzato e, se non viene mangiato prima, durerà tutto l'inverno.
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Via via che sono pronti i vasetti si mettono a testa in giù su uno strofinaccio pulito e si coprono amorevolmente in modo che si freddino piano piano...
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Ora le etichette e... via in dispensa!
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Che ne dite di fare colazione con fette biscottate, burro e marmellatina dolce dolce?
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Tanto per non parlare solo di mangiare ecco un'esperienza per me quasi unica:
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il concerto dei Nomadi!!!
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La settimana prima di Ferragosto a Grosseto c'era Festambiente, e mia figlia grande, il suo fidanzato, il padrone di casa, il mio cucciolo dodicenne ed io, siamo andati a sentirli.
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Bella esperienza! Questa festa dura circa dieci giorni e, tra i vivai della scuola di agraria di Grosseto, tra ulivi centenari ed esperimenti vegetali, bancarelle di prodotti ecologici (mi sono comprata delle ciabatte infradito di microfibra che sembrano di pelle e invece sono un prodotto di riciclaggio invero molto comode), e le onnipresenti tavole imbandite, si esibiscono cantanti vari e tra i gruppi della vecchia generazione c'erano i Nomadi... emozionante sentire cantare dal vivo "Vagabondo", "Canzone per un'amica", "Un pugno di sabbia"...certo sono belle anche le canzoni nuove...ma i brividi vengono quando all'improvviso ti senti diciassette anni e ti sembra di avere il mondo in mano......
Bella esperienza! Questa festa dura circa dieci giorni e, tra i vivai della scuola di agraria di Grosseto, tra ulivi centenari ed esperimenti vegetali, bancarelle di prodotti ecologici (mi sono comprata delle ciabatte infradito di microfibra che sembrano di pelle e invece sono un prodotto di riciclaggio invero molto comode), e le onnipresenti tavole imbandite, si esibiscono cantanti vari e tra i gruppi della vecchia generazione c'erano i Nomadi... emozionante sentire cantare dal vivo "Vagabondo", "Canzone per un'amica", "Un pugno di sabbia"...certo sono belle anche le canzoni nuove...ma i brividi vengono quando all'improvviso ti senti diciassette anni e ti sembra di avere il mondo in mano......
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Comunque la cosa più divertente era vedere il cucciolotto che ballava come un matto qualsiasi ritmo! Si è stancato così tanto che dormiva mentre camminava verso i parcheggi......
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