sabato 27 febbraio 2010

...NON MI E' RIUSCITO...!!!!!!


Io non lo so perchè!!!!
Tra me e il mondo dei pc c'è un rapporto altalenante! A volte sembra tutto facile, riesco a capire le istruzione e le metto in atto, a volte mi sembra di avere a che fare con un mostriciattolo dispettoso, uso quelli che gli inglesi dicono abitare nelle vecchie case di campagna, che mi confonde e mi impedisce di realizzare ciò che desidero!!!
UFFA
Tutto questo per introdurre la mia sconfitta! Volevo partecipare al contest di Susina strega del the http://lasusinaontherocks.blogspot.com/, quello a cui bisognerebbe inviare la ricetta di qualche pietanza a base di te, ma per partecipare bisogna mettere sul blog la foto di quella simpaticissima signora, sospetto appunto che sia inglese...,  che beve il suo te con un'aria alla "fatti più in là" che mi fa morire dal ridere..., ma non mi è riuscito!!!!
Ho provato tre volte e sui miei documenti c'è la prova, ma il post non mi prende la foto...dice che non è del formato giusto, o che è "rovinata"!
Ma che ne so!
Comunque questa è la mia ricettina e non me ne voglia la dolce streghetta, ci ho provato!

BIGNE' ALL'OLIO AL PROFUMO DI THE
Ingredienti:
Questa volta ho fatto una dose minima di pasta per bignè perche questo fine settimana siamo solo io e il padron di casa, ne sono venute 15.
- 100 gr di uova intere ( circa 2 )
- 35 gr di acqua
- 35 gr di latte fresco intero
- 1/2 cucchiaino di zucchero
- un pizzico di sale
- 25 gr di olio extraverg d'oliva
- 40 gr di farina 00
Per la crema 
- 3 tuorli
- 120 gr latte intero
- 50 gr di panna fresca
- 50 gr di zucchero
- 15 gr di amido di mais
- un pizzichino di sale
- 3 cucchiaini  di the concentrato
Per la glassa
-  tre o quattro bastoncini di zenzero candito
- 4 cucchiai di zucchero a velo
- 2 cucchiai di tè,
 regalo graditissimo di Natale da parte della mia nipote grande ( in questo caso sono la zia),
" Santa Claus" proveniente da un conosciuto negozio di Firenze. Non mi intendo molto di tè, come del resto di tante altre cose, non so con quali essenze è composta la miscela, ma dentro ci sono delle belle foglie brune, delle piccolissime bacche rosse, bacche nere e schegge di mandorle. L'aroma è dolce e persistente e non è necessario zuccherare molto perchè è dolce di suo.
Procedimento:
Per fare i bignè si procede come al solito cioè : si mettono acqua, latte, olio, sale e zucchero a bollire, appena il bollore sale si toglie il pentolino dal fuoco e si getta la farina, tutta insieme, nel liquido e si gira con entusiasmo e con un cucchiaio di legno finchè il tutto sarà amalgamato; si rimette sul fuoco e si fa asciugare, sempre girando, per circa tre minuti. A questo punto conviene accendere il forno a 195°.
Quando al temperatura dell'impasto si è un po' attenuata si uniscono le uova, un po' alla volta, e si mescola bene, questa volta con la frusta, fino ad avere un impasto liscio e vellutato.
 Con il sac-à-poche, o col cucchiaino, si mettono mucchietti di impasto sulla teglia rivestita di  carta forno e si fanno cuocere per circa 30/35 minuti.
Nel frattempo si prepara la crema: si mettono latte e panna al fuoco, si sbattono i tuorli con lo zucchero e il sale finchè diventeranno quasi bianchi, si unisce l'amido e si amalgama bene, si versa a filo,sull'impasto, sempre girando, il latte bollente, si rimette al fuoco e, mi raccomando si gira sempre!, appena comincia a rassodare la crema è pronta. Il tempo di fare la crema è giusto quello della cottura dei bignè!
Ora si prepara un infuso molto forte di tè, in una tazza d'acqua praticamente bollente, ho letto da qualche parte che l'acqua per il tè deve fare le bollicine e fremere ma non ribollire, si mettono i due cucchiai di tè e dopo 2 o 3 minuti si cola il tè nero e forte. Va lasciato intiepidire.
Tre cucchiaini di questo infuso vanno nella crema, amalgamati con cura. Io non uso la sacca per riempire le bignè preferisco tagliarle a metà e riempirle di crema!
In una tazza si mescola lo zucchero a velo con uno o due cucchiai di tè, va messo un po' per volta perchè c'è il rischio che sciolga troppo lo zucchero, con questa "pappina" si glassano le bignè, si mette un cubetto di zenzero candito sopra la glassa per smorzare il dolce e dare un pizzico di vitalità al tutto ed...
ecco fatto!

Oh! Il tè avanzato l'ho allungato con acqua caldissina, ci ho messo la glassa avanzata e me lo sono gustato alla faccia di tutti i compiuter del mondo!


lunedì 15 febbraio 2010

CENCI : IL "DOLCE" CARNEVALE

Ed è già Carnevale!!!
Mamma mia, quest'anno è  stato così breve l'intervallo tra le feste natalizie e il periodo degli scherzi e delle mascherine, che non mi sono neppure resa conto che ci siamo!!!
Poi c'è da dire che i cuccioli crescono. Non si accontentano più della festicciola alla Casa del Popolo o in Parrocchia, vorrebbero feste più ricche, più elaborate...Qui, in paese, non c'è nulla. Al massimo il martedì grasso passano il pomeriggio a tirarsi schiuma e uova, terribile gioco!, per le strade e tutto si risolve in grandi corse per scappare o acchiappare..dipende se sei preda o predatore...e i bei costumi che crea la nonna sono solo d'intralcio...Pazienza, anche le figlie hanno passato questo periodo, per poi ricominciare il gioco del travestimento appena la maturità ha aperto orizzonti nuovi!!!
Così, invece che con i cenci di stoffa, mi diverto con quelli di pasta...

CENCI DI CARNEVALE
Questa ricetta me l'ha data un' amica: Margherita, la bellezza di una ventina d'anni fa e da allora in casa mia si fanno così:

Ingredienti:
- 1/2 Kg di farina 00
- 60 gr di burro a temperatura ambiente a pezzetti
- 1 uovo e 1 tuorlo
- 3 cucchiai di zucchero (a velo ma anche normale)
- 1 bicchiere circa di vino bianco buono o vin santo secco
- sale un pizzichino
- olio di semi di arachide per friggere
- zucchero a velo vanigliato

Preparazione:
Sulla spianatoia fare la fontana della farina e, al centro, mettere tutti gli ingredienti, lavorare con energia come una comune pasta da sfoglia.
Quando sarà liscia ed elastica avvolgere la pasta in carta pellicola e farla riposare per almeno un'ora.
Ora è da tirare...ad essere  veri cuochi si dovrebbe usare il matterello, ma io sono una cuoca così così e adopero quella che, universalmente ormai , viene chiamata "nonna papera". La pasta va tirata finissima, all'ultima tacca!  Io mi sono organizzata e, per avere le mani libere e durare meno fatica, un " milione d'anni fa" mi procurai un bel motorino da applicare alla "nonna papera" della mia mamma...(un po' come mettere un motore fuoribordo alla caravella di Colombo!) e così, con un rumore infernale, si ottengono strisce meravigliose!


Le strisce vanno tagliate alla "sanfason", con la rotella dentellata e poi fritte in un tegame con molto olio, nel così detto  olio profondo; quando è ben caldo si gettano i cenci pochi per volta e in pochi attimi gonfieranno e doreranno, attenzione che fanno presto!
. Si tirano su con le pinze, si appoggiano su carta casa ad asciugare, non si impregnano per niente, e poi si spolverano di abbondante zucchero a velo vanigliato .
 La figlia grande li ha presentati al suo compagno, grossetano, come delle " cosine che, umh.. umh .., si mordono, si sbriciolano in bocca e...si sciolgono...umh..umh". Lui ha assaggiato, ha fatto "umh...umh.." ed ha chiesto se lei aveva preso la ricetta per poterle riassaporare molto presto!

martedì 9 febbraio 2010

LE RAPINE CON ROSTICCIANA E GITA A ROMA


Questo post è un po' un mescolone...Ho messo insieme due cose che non hanno collegamento nè di tempo nè di spazio, però volevo parlare di ambedue e così...
 Cominciamo con la soddisfazione del palato!
In Toscana le "rapine" non sono solo quelle brutte cose che si fanno con mano più o meno armata, sono anche verdure, in certi posti si chiamano rapi, in altri cimette oppure broccoli, poi di sicuro avranno altri nomi che non so. La mia mamma le preparava spesso in inverno ed io, da giovane, non le amavo molto, poi....si invecchia, si comincia a capire molte cose, il gusto cresce, si affina ed ora mi piacciono moltissimo!
Sono verdure del freddo, per essere buone devono aver passato almeno tre o quattro nottate sotto la brina, così saranno tenerelle e gustose altrimenti sanno di fieno.
Se si amano non ci spaventerà neppure la lunga pulitura, infatti vanno tenute a bagno almeno mezz'ora, poi vanno "sfilate" tutte, ad una ad una, cioè si spezzano a metà con un colpetto secco e si tirano via i filetti che rivestono gli steli, le parti più grosse vanno sbucciate. Quando saranno tutte belle pulite si sciacqueranno diverse volte con acqua fresca.


Ora occorre un bel pentolone con due o tre dita di acqua, appena bolle si aggiunge un mezzo cucchiaio di bicarbonato  (che aiuta a mantenere il bel colore verde e le intenerisce) , farà una immediata schiuma e mentre ancora monta buttare le rapine ben grondanti di acqua, pigiarle un po' dentro la pentola e coprire.




Mentre cuociono bisogna rigirarle spesso in modo che cuociano in maniera uniforme, stando attenti che il liquido di cottura non trabocchi, è sensibile perchè con il bicarbonato gonfia un po'.
Non si mette sale e il tempo di cottura varia secondo la quantità e la tenerezza delle verdure, comunque al massimo ci vogliono un quarto d'ora, venti minuti, per essere sicuri si tasta un gambetto...
Si scolano e, quando saranno tiepide, si strizzano tra le mani formando delle palle grandi come quelle da tennis o un po' di più.

La rosticciana : sono le costoline del maiale che il macellaro intacca un po' con due colpi di mannaia e la cuoca ritaglia col coltellaccio seguendo l'osso.
Taglio molto gustoso e non troppo caro.

In padella si fanno rosolare nel loro grasso da tutte le parti salando il necessario, si tolgono. Nell'untino rimasto in padella si mettono due o tre spicchi d'aglio vestito e schiacciato con il palmo della mano , qualche pezzetto di peperoncino e le rapine tagliuzzate con le forbici.

Farle insaporire unendo il sale, infine rimettere le costolette e continuare la cottura per alcuni minuti a teglia coperta sempre controllando che non si attacchino.




Pietanza robusta e saporitissima!


Ed ora ..la gita!
Mentre caricavo le foto mi sono resa conto che la bellezza mi ha preso la mano! Non sono un fotografo professionista quindi le classiche immagini con cui ho riempito la memoria del cellulare ve le risparmio!
Quindi qualche accenno, qualcosa che mi ha colpito...
La "barcaccia" di notte:

Io che bevo....

La vetrina di un gelataio, ma il gelato dov'è?..

Questa è classica: La Fontana di Trevi


Il giorno dopo abbiamo camminato molto. In compagnia di un romano doc si fanno le scorciatoie e quindi....

 
si può osservare come l' "integrazione" tra antico e odierno sia normale in pieno centro.
Le case abitate si amalgamano ai ruderi, che vengono adoperati come supporto e utilizzati come materiale da costruzione, ovvio che questo è stato fatto in passato, oggi nessuno si sognerebbe di utilizzare un frontone di tempio come architrave della porta di casa...

Eppure appoggiare il motorino alle mura medioevali non è poi così sconveniente...
E se si ha voglia di giardino?

Il ritratto del gatto di famiglia abbellisce lo stipite del garage....


Altra foto d'obbligo....
E per costruire questo...si è distrutto qualcosa di simile che ancora è lì accanto...
..in osservazione ci sono la figlia "piccola", il padrone di casa e il "romano doc"...

Queste sono le entrate nei palazzi del potere...la Camera e il Senato...le eminenze grigie che "guidano" il nostro Paese passano di qui....

Anche i..(...chi lo sa di quale paese è questa monetina?) perdono i soldi...


 
Osservando questo panorama dei fori imperiali a me vengono in mente le persone, quelle che in più di duemila anni hanno contribuito alla costruzione di tutto ciò; penso a quanti , uomini, donne..hanno camminato, vissuto, pianto, riso, hanno sofferto per un lutto, un parto, hanno venduto merci, comprato ciò di cui avevano bisogno...a quante mani hanno toccato, scolpito, distrutto...delle cose antiche più che la bellezza mi colpisce l'umanità che traspare da tutto ciò! La bellezza è relativa al gusto, all'epoca, all'età e l'esperienza di chi guarda, ma la storia che viene fuori è oggettiva e indubbia!

Del Pantheon ho milioni di foto, queste sono: il  "buco", la domanda che qualche miliardo di turisti si è posta, si pone e si porrà... la risposta affissa al gabbiozzo delle informazioni...non ne potevano più.....
Questo è Pinocchio visto da uno che voleva rendere l'insegna del suo bar più attraente...

Gabbiani che riposano sulla STORIA....e se ne f...

Il padron di casa e la figlia "piccola" che...cammina cammina...hanno raggiunto il Colosseo!!!


Voglio chiudere con l'immagine che, per me, è l'emblema di questa bellessima gita : ...la via Appia Antica..
....ma quanto abbiamo camminato!!!!!