giovedì 30 dicembre 2010

FINE D' ANNO....AUGURI A TUTTI!!!!!!

E, anche per questo giro, siamo alla fine!!
Non è che la faccenda mi entusiasmi molto.
Ultimamente soffro un po’ il passare del tempo…saranno gli acciacchetti vari che si fanno sentire…sarà lo specchio che mi rimanda un’immagine che non riconosco alla prima, ho letto da qualche parte che il nostro cervello memorizza un aspetto abbastanza neutro di sé, cioè del corpo che lo contiene e fatica ad aggiungerci rughe, pelle cascante, deformazioni ossee…diciamo che crede di essere sempre sui trenta-quaranta anni!! Eh!!! Beato lui!!!

Via via, qui bisogna pensare al futuro!!!

Intanto questi sono i pensierini che ho ricevuto dalle amiche più vicine…

Care, care amiche!



 ...e sono pure cose fatte con le loro sante manine!!!
...e questo Babbo Natale alle prese con le cipolle?


Poi, tanto per cambiare, questa volta posto due ricettine. Una l’ho realizzata per la vigilia di Natale, acchiappata al volo dalle sorelle Landra alla Prova del cuoco e ritrovata ben descritta sul mio forum preferito
i quattro moschettieri

RUOTA DI PESCE SPADA CON PATATE ALLO ZAFFERANO

Ingredienti
1 fetta di pescespada intera da circa 1.5 kg (la mia pesava 1.3 kg)
200g di pomodorini pachino ( ne ho messi quasi 500g)
1 cipolla
2 cucchiai di capperi sotto sale ben lavati
2 cucchiai di pangrattato tostato in padella
1 ciuffo di prezzemolo tritato (me lo sono scordato)
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.
1 kg di patate (erano quasi due kg)
2 bustine di zafferano

Procedimento
Lavare i pomodorini e tagliarli in 4 parti. Sbucciare la cipolla e affettarla sottile sottile, la ricetta non lo prevede ma io l’ho fatta un po’ stufare con l’olio prima di metterla in pirofila. Sopra appoggiare la fettona di pesce, siccome la mia aveva le “alette”, cioè era ricavata dalla pancia del pescione e c’erano i due lembi dell’addome, io l’ho legata per bloccarla bene, salare e pepare, metterci sopra i pomodorini, i capperi e il prezzemolo tritato
Cospargere di pangrattato tostato.


Infornare a forno già pronto a 200° per 20/25 minuti.

Sbucciare le patate e tagliarle a fette di circa 1 cm; sciogliere lo zafferano nell’acqua, forse io avevo messo troppe patate e poco zafferano…, salare e far cuocere a fuoco basso altrimenti si spezzano e servirle al dente come contorno alla ruota!

Noi ci abbiamo mangiato in 4, perché non avevo fatto il primo pensando al pranzone del giorno dopo! E’ venuto un piatto delizioso, da rifare, l’unico neo le patate, un po’ insipide, forse ha ragione la figlia grande: bisogna osare di più con le spezie, da provare anche la paprica!

Questa ricetta me l’ha passata una delle amiche del ricamo e, cara Daniela, non posso che ringraziarti!
E’ molto meno salutistico dell’altro, ma manda le papille gustative al settimo cielo!
Va preparato almeno un giorno prima.

SFORMATO DI FEGATINI AL MARSALA

Ingredienti

500 g di fegatini di pollo privati del cuore e ben puliti
400 g di burro
1 bicchiere di marsala secco
2 scalogni
Sale e pepe q.b.
Zucchero di canna se e quanto basta
Un bel grappolone di uva bianca da tavola
Crostini di pane tostati

Procedimento

Stufare delicatamente gli scalogni finemente tritati in metà burro finchè diverranno trasparenti , per circa 10 minuti, unire i fegatini e far stufare, dovranno prendere un bel colore nocciola scuro, ci vorranno ancora 10/15 minuti, queste fasi sono da fare a fuoco bassissimo e sorvegliando a vista.




 Sfumare con il marsala, aggiustare di sale e pepe. Dopo altri 4/5 minuti togliere dal fuoco, quando saranno tiepidi frullare nel mixer, unire il rimanente burro e frullare ancora, finchè diventerà un muosse.



 Rivestire uno stampo con pellicola da cucina, riempirlo battendo bene sul tavolo per evitare bolle d’aria e mettere in frigo coperto con ulteriore pellicola.

Quando l’ ho preparato l’anno scorso (è una goduria da consumare una volta l’anno pena innalzamento del colesterolo immediato!) avevo usato uno stampo da plum-cake che poi ho sporzionato sui piattini da antipasto, quest’anno ho adottato una pirofila quadrata e bassa da cui ricavare formine di patè (si taglia bene immergendo via via lo stampino in acqua bollente) , si può fare come si vuole, anche mini-mono porzioni.

Una mezz’ora prima di servire togliere lo stampo dal frigo, eliminare i semini dai chicchi d’uva lavata e asciugata, farla caramellare a fuoco medio, se è poco dolce aggiungere un po’ di zucchero di canna sfumando con poche gocce di marsala, e servirla per accompagnamento alla mousse con tanti crostini di pane ancora caldi!






Provate, è l’unico modo di far scendere il silenzio su di una tavolata di diciotto persone! Anzi, in effetti si sente rosicchiare e sospirare…

giovedì 23 dicembre 2010

BUONE FESTE A TUTTI!!!!!

...SERENITA'...ci vuole solo un po' di serenità!!
E' questo che auguro a tutti voi.

sabato 18 dicembre 2010

NEVE...NEVE...E...DOLCEZZA...

Che giornata ieri!!!
Tutta la Toscana bloccata dalla neve!!!
Ed io, pazza, che correvo da una finestra all'altra per godermela tutta!
Lo so, lo so, non sono normale!
 Inoltre il padron di casa per tornare a casa ci ha messo circa SETTE, dico SETTE!!!!, ore , di cui sei e quaranta per fare tre chilometri in città! Mentre per percorrere i circa trenta km che ci separano da Firenze, in autostrada,  ha impiegato quindici minuti!
 Poveraccio! Quando è arrivato, alle dieci e mezzo di iersera!, non ne poteva più!
Però io sono fissata con la neve, ne vedo le ovvie conseguenze, percepisco le difficoltà...ma io l'adoro!
Per non smentirmi , dopo pranzo, mentre pareva di essere sul Tonale, mi sono avventurata, lieve  (è solo un'immagine poetica...) come un fiocco bianco,  in paese! Mi sono fatta la mia bella spesona alla Coop, e poi ho fatto un giro in piazza...
A guardarlo bene non è che sia una meraviglia l'albero del comune...ma questo è!

Invece questo è il mio...
La strada bianca è tutta un programma....
Lo spazzaneve era passato, ma senza molta convinzione...

Lo splendore di una mattina piena di sole e di gelo!!!



Questi sono gli scorci di panorama che posso ammirare dalle varie finestre...

Ora, invece, si passa al dolce...
E' il classico "LATTE ALLA PORTOGHESE" che di portoghese non ha proprio nulla, ed è invece uno dei pezzi forti della cucina fiorentina, o almeno di casa mia...
Grazie al mitico ARTUSI.. Ricopio  le sue parole...

Ingredienti:
Latte, un litro.
Zucchero, grammi 180.
Rossi d'uovo. n. 8 e due chiare
Odore di vainiglia o di coriandoli, o di caffè, che sono quelli che più si addicono.

Mettete al fuoco il latte con 100 grammi del detto zucchero e fatelo bollire per un'ora intera, poi ritiratelo dal fuoco perchè diacci. Se preferite l'aroma di caffè, macinatene diversi chicchi già tostato; se aggradite l'odore de' coriandoli, che è grato quanto quello della vainiglia, soppestatene un pizzico e, tanto l'uno che gli altri, metteteli a bollire nel latte che poi passerete. Se il latte non è di molta sostanza, fatelo bollire anche un'ora e un quarto.
 (Lo scopo di tanta bollitura suppongo che abbia due motivazioni, una di sterilizzare bene il latte, all'epoca crudo, e l'altra per renderlo più consistente, quasi latte "condensato")
Sciogliete in una cazzaruola a parte gli 80 grammi di zucchero che resta e quando sarà ben liquefatto versàtene in uno stampo liscio tanto che ne ricuopra il fondo come di un velo. ( Io sciolgo lo zucchero direttamente nello stampo di alluminio, 'che altrimenti al momento di travasarlo mi rimane tutto nella prima pentolina! E poi il sughino che si forma è meraviglioso!)
 Frullate in un pentolo le dette uova, poi mescolate con il latte diaccio , passatelo da un colatoio di latta non tanto fitto e versatelo nello stampo già preparato. (Metto lo stampo già caramellato dentro una tortiera più grande con un riduttore sotto per evitare il contatto diretto col fondo e due dita di acqua già calda prima di versarci dentro l'impasto...)
Cuocetelo a bagno-maria con fuoco sopra e quando la superficie comincia a colorarsi ponete sotto al coperchio un foglio unto di burro. Per accertarsi della cottura, immergete uno steccolino di granata e se questo esce pulito ed asciutto sarà segno che va tolto dal fuoco.
Lasciatelo diacciar bene e prima di versarlo nel vassoio distaccatelo giro giro con un coltello sottile. In estate, prima di sformarlo, potete gelarlo col ghiaccio....

Di consigli ce ne sono ancora, ma per fortuna noi abbiamo i forni con il termostato e il timer!!!
Infatti il dolce va messo in forno già caldo a 120°, per due ore.

La cosa fondamentale è che l'acqua del bagnomaria non bolla MAI!, altrimenti nel dolce si formeranno antiestetiche bollicine e anche se il sapore non ne risentirà, in bocca diventerà gommoso invece che liscio e tenerissimo!

Attenzione al momento di sformarlo perchè è molto delicato.....

E' un delizioso dolce antico, più facile di quello che sembra alla descrizione, si può preparare prima e sarà una bella sorpresa per gli ospiti sazi di ogni bendiddio alla fine del pranzo di Natale, perchè è fresco e va giù che è un piacere...certo in quanto a calorie....
E, come si raccomanda l'Artusi, non dimenticate mai il velo di zucchero fuso in fondo allo stampo!

sabato 20 novembre 2010

COMPLEANNO

Mio fratello compie gli anni durante l'estate di San Martino.
Neppure lui è più un giovincello, ma lo spirito non manca e quindi, per festeggiare, ho preparato questa mega-torta!
Si chiama "Zuppa Inglese a modo mio", ma non è mia. Insomma l'ho copiata da De Riso....
Sono sincera, secondo me non è delle sue migliori. C'è molto lavoro ed il risultato, pur molto scenografico, non vale la candela... Il giorno prima preparare i Pan di Spagna e le creme. Conservare gli albumi a temperatura ambiente perchè il giorno dopo servono...tranquilli non si sciupano per una notte!
Pan di Spagna classico con
- 110 g di uova intere (n.2) a temperatura ambiente
- 70 g di zucchero
- 20 g di miele d'acacia
- 50 g di farina 00
- 25 g di fecola di patate
- 1/3 di baccello di vaniglia
- 10 g di scorza di limone di Amalfi
(- io ci metto 1/2 cucchiaino di lievito)
Montare per circa 15 minuti le uova con lo zucchero, il miele e gli aromi. Setacciare la farina + la fecola (il lievito). Unirle all'impasto con la spatola e il famoso movimento...Forno già caldo a 180°, tortiera di 24 cm preparata con carta forno, cottura per 18/20 minuti.
Uno al cacao con
- 110g di uova intere (n. 2)
- 20 g di tuorlo d'uovo (n. 1)
- 100 g di zucchero
- 65 g di farina 00
- 35 g di cacao amaro in polvere
- (come al solito io ci metto 1/2 cucchiaino di lievito)
Montare uova + zucchero per circa 5 minuti, unire l'altro tuorlo e montare ancora per 8 minuti. Setacciare farina + cacao (+ lievito) e unire al resto con la spatola... Forno caldo a 190°, tortiera da 24 cm preparata con carta forno,  cottura per circa 20 minuti .
Ora bisogna fare le creme, una classica e l'altra al cioccolato.
Crema pasticcera
- 60 g di tuorlo d'uovo (n. 3)
- 60 g di zucchero
- 1/3 di baccello di vaniglia
- 2g di sale
- 50 g di panna liquida
- 150 g di latte fresco intero
- scorza di 1/2 limone di Amalfi
- 12 g di amido di riso
Dico subito che ne viene poca e mi è toccato rifarne un'altra dose, ho sostituito l'amido di riso con quello di mais, perchè non mi sembrava il caso aprire una confezione per nemmeno trenta grammi di amido.
Per fare la crema bisogna sbattere bene i tuorli con lo zucchero, il sale , gli aromi e l'amido. Unire latte e panna caldi, portare il tutto a 92°. Stendere la crema in un contenitore d'acciaio per farla freddare ricoperta di pellicola.
Crema pasticcera al cioccolato
- 60 g di tuorlo d'uovo (n.3)
- 100 g di zucchero
- 50 g di cacao amaro in polvere
- 2,5 g di sale
- 30 g di cioccolato fondente al 70%
- 200 g di latte fresco intero
Mescolare in una pentola i tuorli con lo zucchero e il sale. A parte  far bollire lentamente, sempre girando, il latte con il cacao per 5 minuti. Versare il ciocco-latte sopra i tuorli e far cuocere fino a 80°.
Togliere dal fuoco e incorporare il cioccolato fondente girando bene. Versare la cioccolata in un contenitore d'acciaio, coprire con pellicola e far freddare.
La mattina della festa si monta il dolce e per farlo occorre la bagna composta da:
- 170 g di zucchero
- 250 g di zucchero
- 85 g di liquore all'alkermes
Far bollire in un pentolino l'acqua con lo zucchero per 30 secondi, lasciar raffreddare e poi unire il liquore.
Occorrono anche 100 g di granella di nocciole tostate e 100 g di arancia candita tritata.
Ora dividere a metà i due Pan di spagna, De Riso parla di un vassoio d'acciaio, ma io non ce l'ho e ho montato il dolce in una pirofila tonda e bassa.
Accomodate il primo disco di Pan di Spagna bianco nel contenitore, inzupparlo di un quarto di bagna all'alkermes, stendere metà della crema alla cioccolata, cospargere con granella di nocciole e canditi.

Mettere sopra un disco di Pan di Spagna  al cacao, inzuppare con un quarto di bagna, la crema classica, mettere granella di nocciole e cubetti di canditi; di nuovo il Pan di Spagna classico, la bagna, la cioccolata, la granella, i canditi. Finire con il disco di pasta al cioccolato inzupparlo con la bagna restante, ricoprire il dolce con la crema rimasta e metterlo in frigo.
Mentre il dolce si compatta, preparare la meringa all'italiana, cioè :
- 175 g di albume d'uovo (siccome io avevo fatto doppia dose di crema, e ci vuole, di albumi ne avevo 8 e li ho usati tutti con lo zucchero in proporzione)
- 250 g di zucchero ( ne ho usato 500 g)
- 1/3 di baccello di vaniglia (ne ho usato 1/2)
In un contenitore concavo, una bella pentola col culetto tondo, messo a bagnomaria mescolare le chiare con lo zucchero e l'aroma con una frusta a mano, quando si raggiunge la temperatura di 60° si comincia a frullare con le fruste elettriche fino ad ottenere una meringa ben solida.


E' la prima volta che provo a fare le meringhe così e devo dire che si ottengono ottimi risultati in tempi molto più brevi. Per tutte le temperature che De Riso consiglia io ho fatto un po' a occhio, ma ho deciso che mi compro un termometro come si deve!
Mettere la meringa in un sac-à-poche con la bocchetta di un cm e dentellata, rivestire tutta la torta presa dal frigo...

L'aspetto è magnifico però, ora, bisogna far cuocere la meringa, si mette in forno il tutto a 100° ventilato per 4 ore!
Siccome avevo fatto molta meringa ho preparato anche un teglione di meringhette, queste si sono cotte in due ore.

Il tutto è risultato molto buono e molto bello, ma estremamente dolce, troppo per i miei gusti; non tanto le meringhette quanto la torta di per sè. Inoltre la granella di nocciole si ammoscia e si perde...


Di sicuro mio fratello e gli altri commensali hanno gradito, ma la prossima volta, visto che lui adora la zuppa inglese, la faccio a MODO MIO!!!!!!

mercoledì 10 novembre 2010

PANE E ....

Prima che iniziasse il "diluvio universale" versione italiana, sul mio olivo tuttofare (ombra alla macchina d'estate, albero di natale esterno al momento opportuno, fornitore di rametti freschi per Pasqua e secchi a febbraio per accendere il camino) erano presenti in quantità quasi incredibili ( visto che la stazza del suddetto albero non supera i tre metri con un tronco di 20 centimetri di diametro) delle bellissime olive!
A dire la verità sono già tre anni che con il nostro raccolto riusciamo a raggiungere i 35 kg di olive che, portandole da un nostro amico che provvede a unirle alle sue e a portarle al frantoio di sua fiducia che le spreme a freddo, ci rendono la bellezza di DUE kg d'olio!
E' vero , viene quasi da ridere ma che soddisfazione! Poi tutta questa abbondanza fa orgoglioso il padron di casa che provvede personalmente alla potatura, attività complessa che determina la quantità del raccolto e devo ammettere che sta diventando molto bravo!
La pensione si avvicina e chissà....
Prima che i generosi frutti partissero per il frantoio ne ho prelevati tre o quattro manciate, li ho lavati, asciugati e messi sulla teglia del forno foderata di carta uso scottex, li ho cosparsi di abbondante sale fine e li ho messi in forno a 50° ventilato, li ho lasciati due giorni ad asciugare...

Una volta appassite le ho messe nei vasetti sterilizzati con scorzette d'arancia, un altro po' di sale e pochi cucchiai d'olio.
Sotto il vasetto si intravede il mio nuovo lavoro....tale "tela di Penelope".....tra un po' mostrerò cosa ho combinato...
Queste sono le mie "aulive", come direbbe Montalbano....io le mangio per cena con un'aggiunta di pane, miele e noci...la felicità!

venerdì 22 ottobre 2010

PENNELLI, COLORI E SCHIACCIA ALL'UVA

Nel mio profilo avevo accennato alla passione per la pittura…insomma, “passione” è una roba grossa…diciamo che provo un’ammirazione sconfinata per chi è capace di fissare su di una tela, foglio, muro, seta, legno, ceramica, quel che c’è, i propri sentimenti, le sensazioni che un paesaggio, un fiore, una faccia o una situazione, insomma una luce, gli donano.


Sono una cultrice di storia dell’arte all’acqua di rose, vado alle mostre e rimango a bocca aperta per due ore e poi, mi bastano dieci minuti, mi scordo il nome dell’artista, i titoli dei quadri… mi restano i colori, le atmosfere e, non sempre con precisione, il periodo o la corrente artistica.

Adoro il passato, sigh, dagli affreschi etruschi ai divini del rinascimento, amo gli impressionisti e i macchiaioli…sono nati prima questi o quelli?, basterebbe guardare, sono su internet no?, ma a me che m’importa? E i fiamminghi? Qualcuno ricorda “La ragazza dall’orecchino di perla” ? Ho letto il libro e visto il film (che luci!!!) almeno due volte!

Però quando si tratta di moderno…. Divento difficile e non li capisco.

Tempo fa, molto tempo fa, andammo a Parigi, meraviglia!, Musei e mostre a gogò!
Al museo Georges Pompidou in quel periodo c’erano esposti tra gli altri più o meno interessanti, che so Chagall, Kandinsky…, dei quadri, di chi non ricordo assolutamente il nome, uno totalmente blu intitolato “blu” e uno, totalmente rosso, intitolato “rosso” e con un bello sfregio fatto col taglierino nel mezzo….

Qualcuno mi ha spiegato che per fare , ne dico uno a caso, “Guernica”, bisogna aver sviluppato tutti gli stili, bisogna saper disegnare come Raffaello, dipingere come Leonardo e Michelangelo, aver sofferto come Artemisia Gentileschi…..io vedo un cavallaccio con un occhio in qua e uno in là….

Sono un abisso di ignoranza, lo so , ma non ci posso fare molto, da vecchietti si impara poco…

Comunque io, così evito di pensare troppo, mi diverto.

Mi diverto e produco piccole, microscopiche, nel senso del valore, opere...non posso dire operette che già sarebbe qualcosa, che con l’arte hanno poco da spartire ma …tant’è.

















Per rifarvi la bocca vi passo l’ultima , nel senso temporale del termine, ricetta della schiacciata con l’uva:

LA SCHIACCIATA CON L’UVA DI PATRIZIA

1° - 1 tazza da the di zucchero
2° - 1 tazza da the di latte
3° - 3 etti di farina 00
4° - 8 cucchiai da minestra di olio di semi
5° - 1 bustina di lievito da dolci istantaneo
6° - sale q.b.
7° - una manciatina di semi di anice, facoltativi
8° - 1 e ½ Kg di uva nera da schiacciata
9° - zucchero a velo q.b.

Lavare, schiccare e tamponare con carta da cucina l’uva.
Accendere il forno e portarlo a 180°.
Mescolare in una zuppiera con una frusta a mano gli ingredienti dal 1° al 7° , quando saranno ben amalgamati, ci vorranno 2, 3 minuti, mescolare all’impasto anche l’uva con molta delicatezza.
Versare l’impasto in una teglia preparata con carta forno, io ho usato una teglia rettangolare perché da noi si usa così per le schiacciate, e infornare per circa un’ora, un’ora e dieci, dipende ovviamente dal forno, anche se la torta rimane comunque molto morbida all’interno, deve fare una bella crosticina dorata. Spolverizzare di zucchero a velo.

Si mangia fredda; se vi riesce preservarla, è meglio il giorno dopo e va provata senza uva e con tante gocce di cioccolata….

 
 
 
 
 
 
 

sabato 16 ottobre 2010

OTTOBRATA ROMANA

Sono di nuovo davanti a questa tastiera.


Ricominciare è difficile, dopo tanti mesi di silenzio.

Avevo impostato questo blog sullo scherzo, sulle battutine inutili, i commenti così per fare.

Credevo di non scrivere più perché non ho molta voglia di …zeggiare.

Invece proprio le luci della vita mia mi hanno spinto…”nonna, ma quando ricominci a scrivere? Non le metti più le ricettine?..” E allora mi riprovo… comincio proprio da loro (che novità) e posto queste foto che non rendono assolutamente l’idea, ma ..così…per sognare e ricordare la festicciola di domenica sera, la prima festa di compleanno della cucciola a Roma!

Undici anni! La mia signorinella sta per spiccare il volo, si sente già grande e sembra che abbia già ritrovato un bel gruppo di amici con cui crescere! Auguri!, tanti e sinceri per una vita meravigliosa….

lunedì 14 giugno 2010

FUTURO....



Ed ora?

Mi fermo un attimo, anzi molto più di un attimo.
Ogni volta che il silenzio scende intorno a me, nella mente si fanno avanti queste due parole...ed ora?
Ora che si allontaneranno da me i miei cuccioli, che con la loro mamma andranno lontano…io che farò?

Non sono una nonna “normale”, la vita mi ha donato questa esperienza presto, molto presto.
Mi ci sono buttata anima e cuore, li ho vissuti nel profondo questi due bimbi, ho dato loro tutto quello che non ho potuto dare alle mie figlie perché lavoravo con i figli degli altri e quando tornavo a casa ero finita dalla stanchezza, dalla responsabilità.

A loro ho dato affetto, esperienze, tempo, con un’infinita pazienza ho insegnato loro milioni di cose, ho modellato la mia vita intorno a loro…

La parte razionale della mente mi dice che è giusto, che si riformerà una famiglia tutta nuova, con tante possibilità, occasioni per crescere, per conoscere cose e persone nuove, che ci saranno tanti momenti in cui ci ritroveremo e ci scambieremo esperienze, pensieri, abbracci…ma…
...l’abitudine che avevamo di vita giornaliera insieme non ci sarà più, il guardarli in ogni espressione, il capire subito se c’era qualcosa che turbava, se c’era una gioia ancora non espressa, vederli crescere centimetro dopo centimetro, i capelli da tagliare, le sbucciature da medicare, le toppe sui jeans…

In un anno la mia famiglia si è evoluta: la figlia grande è andata lontano per farsi la sua di famiglia; ora anche l’altra figlia volerà via per trovare, finalmente, la serenità portandosi dietro i suoi tesori…

Rimaniamo noi…con tutta una vita da reimbastire, da “ristrutturare”!
Siamo come questa casa, trovata in una strada di campagna, con questo cartello che rende l’idea…..
…ed ora?
Piano piano….cominceremo a lavorare sul nostro futuro....



Con questo post partecipo alla raccolta " Il cammino dei sensi"

martedì 25 maggio 2010

SINFONIA PER CHITARRA.....


Finalmente la primavera!!!!
Papaveri rossi tremolanti al venticello e spighe di grano ancora verdi ma ben intenzionate, bordo di strada di campagna qua nei dintorni...


Nemmeno le mie azalee scherzano!
Quindi per il dì di festa.....

SPAGHETTI ALLA CHITARRA PAGLIA E FIENO AL SUGO DI PORRI E SALCICCIA

Ingredienti per la pasta, complessivamente:
- 5 uova intere
- 600 gr di farina oo
- due pizzichini di sale
- 70/80 gr di spinaci lessati, strizzati bene e tritati finemente
Preparare una prima fontana con 300 gr di farina, tre uova, un pizzichino di sale.
Lavorare bene e avvolgere la pasta in carta pellicola. far riposare una mezz'ora.

Preparare la seconda fontana con il resto della farina, le due uova, gli spinaci e il pizzichino di sale..
Lavorare bene, avvolgere nella pellicola e far riposare.


Nel frattempo preparare il sughetto:
Ingredienti
- 3 porri, purtroppo sono gli ultimi
- 3 salcicce grossette, saporite
- due cucchiai d'olio
- 1/2 bicchiere di vino bianco
- sale q.b.
- pepe q.b.
Tritare abbastanza finemente i porri e farli stufare con l'olio, aggiungere le salcicce sbriciolate e far insaporire girando spesso, sfumare con il vino bianco e portare a cottura aggiungendo, se necessario un po' di brodo o acqua caldi, io questo sugo l'ho preparato il giorno prima.
Ora tirare piccole sfoglie con il matterello, devono essere abbastanza spesse: due mm circa, posizionarle sulla chitarra e passarci sopra il matterello finchè saranno tagliate, con piccoli colpetti far cadere gli spaghettoni sul fondo della chitarra, recuperarli e stenderli su vassoi di cartone ricoperti di cartaforno, ben infarinati con farina di grano duro che li mantiene più asciutti e in cottura se ne va...

Cuocere le chitarre in acqua bollente salata, assaggiare perchè non sono di cottura immediata, ci vuole qualche minuto, condire e gustare... ottima una spolverata di pecorino romano o il più classico parmigiano!