mercoledì 19 maggio 2010

CANTAMAGGIO CON TORTINA....

"  Il “Canta’ Maggio” è l’espressione di una tradizione popolare e soprattutto contadina che ha radici antichissime. Infatti anche se non si hanno notizie certe sull’esistenza di Maggiaioli, già nel periodo medievale sono stati trovati canti inneggianti all’avvento del mese di maggio. È comunque dalla fine dell’Ottocento che si hanno testimonianze scritte (o addirittura narrate di persona da vecchi Maggiaioli) sulla loro attività nel Mugello. Il gruppo partiva a piedi il trenta d’aprile cercando di raggiungere ogni piccolo casolare per cantare all’avvento del maggio propiziatore di un buon raccolto, di amore e quindi di pace. Temi questi ricorrenti nei canti, negli stornelli e nella simbologia dei Maggiaioli che portavano ieri come oggi un alberello sui cui rami venivano legati una pannocchia di grano turco, un mazzolino di fiori e un ramoscello di ulivo, simboli dei temi suddetti. I Maggiaioli, giunti ad un casolare, cantavano uno stornello di presentazione che variava a seconda delle circostanze e della fantasia del capogruppo:


Da lontano siam venuti
E guidati dalle stelle
Vi portiam tanti saluti
E tante altre cose belle
Siam venuti anche quest’anno
Alle case a far rumore
Risvegliando il vostro cuore
Senza dare offesa e danno

Così fraternizzando con i componenti della famiglia dedicandogli canti inneggianti ai temi del maggio. Questa fase aveva una durata che variava in funzione della disponibilità dei presenti e non era raro che sull’aia si improvvisasse una vera e propria festa.
Quando il capogruppo lo riteneva opportuno veniva eseguito un canto col quale si chiedeva ai padroni di casa un’offerta in cibo e ognuno dava quel che poteva (uova, vino, caciotte, etc…). oggi questa usanza è praticamente sparita e si ricevono quasi esclusivamente offerte in denaro, anche se gli stornelli sono rimasti gli stessi:

La massaia ci auguriamo
che sia buona e generosa
che ci porti qualche cosa
perché presto ce ne andiamo
Se andate giù in caciaia
e portate una caciotta
un altr’anno si ritorna
in onore di’ capoccia
Se dell’ova a noi ci date
pregherem per le galline
dalle vorpi e le faine
vi saranno liberate

Ricevuta l’offerta i Maggiaioli cantavano lo stornello di ringraziamento e di saluto:

Vien da noi ringraziato
quel che abbiamo ricevuto
Dio vi dia un felice aiuto
ed ogni ben desiderato
Giunti al fin di queste strofe
giunta l’ora d’anda’ via
salutiamo tutti voi
per la vostra simpatia

Non sempre però andava così: accadeva talvolta che dopo lo stornello di presentazione la famiglia non corrispondesse, così dopo altri vani tentativi ai Maggiaioli non restava che congedarsi, ma non prima che il capogruppo avesse intonato il seguente anatema:

V’entrasse la vorpe ni’ pollaio
la vi mangiasse tutte le galline
v’entrasse i topi ni’ granaio
e vi muffasse tutte le cantine
v’entrasse i’foco ni’ pagliaio
e vi morisse le bestie vaccine
un accidente a i’ capoccia e uno alla figlia
i’rimanente a tutta la famiglia!

Questo è stato il “Canta’ Maggio” dei gruppi mugellani fino alla fine degli anni ’50 quando, con l’avvento del boom economico e il miraggio della città, c’è stato l’abbandono quasi totale delle campagne. Così che salvo alcune eccezione i vari gruppi Maggiaioli si sciolsero, e questa tradizione sparì quasi del tutto. Col passare degli anni, anche a Barberino i paesani si riavvicinarono al gruppo, che piano piano stava rinascendo, e alla tradizione del “Canta’ Maggio” finché nel 1977 l’Amministrazione Comunale non sentì l’esigenza di organizzare un raduno di gruppi di Maggiaioli del comprensorio e oltre. Dal 1977 al 1985 il “Canta’ Maggio”consisteva in un’esibizione canora, in piazza su un palco, dei vari gruppi di Maggiaioli. Dal 1986 il “Canta’ Maggio” diventò itinerante, sia per aumentare il clima di festa sia per permettere ai vari gruppi di toccare le varie vie del paese caratteristica questa che ritroviamo nelle vecchie tradizioni dove appunto i gruppi andavano di casolare in casolare.
E’ poi dal 1987 che per aumentare ancora di più il clima di festa che sono stati istaurati i giochi del Maggio caratteristici del paese e dei vari rioni (botti in salita, tiro alla fune, carretti allo sterzo, carrozzine e staffetta paesana).
Questo è per qualcuno sinteticamente per altri no la storia dei Maggiaioli e del “Canta’ Maggio” spero di non avervi annoiato e credo che sia i Maggiaioli che il “Canta’ Maggio” siano delle cose di cui noi barberinesi dobbiamo andare fieri e che portano valori come l’amore e la pace che al mondo d’oggi servirebbero in maniera spropositata quindi viva i Maggiaioli e viva il “Canta’ Maggio”. “

Tutta questa prima parte l’ho copia-incollata dal blog del Rione Giudea, acerrimi nemici del Rione la Pesa, il mio, l’ho rubato perché ci sono le strofe in dialetto , il blog del mio rione è qui!

Però quest’anno il palio, una specie di pannellone dipinto simile a quelli di Siena ma mooolto più alla buona, l’hanno vinto “quelli” del rione Girandola!!!  E ci hanno dedicato questo:
Invece l’anno scorso l’abbiamo preso NOI!!!!


...
 Gli altri due rioni sono Centro storico e Badia.

Io e il padron di casa, nell’ormai lontano 1987, facevamo parte dell’organizzazione e ci divertivamo da matti con i giochi, le sfilate, il ristorante e ci stancavamo pure da matti!

Alla fine, dopo tre o quattro anni, non ne potevamo più e il fatto che il comune non sostenesse più l’evento ci trovò tristi ma sollevati. Poi nel 2005 un bel gruppo di ragazzi ha rimesso in piedi il tutto ed il paese si è ritrovato di nuovo tutto inghirlandato di bandierine, nastri, fiocchi e pieno di adulti e bambini vestiti dei colori dei rioni, che allegramente scorazzano per il paese finalmente chiuso al traffico!, per poche ore e per pochi giorni ma intanto…

La caratteristica di questa festa è che piove! Eh sì! Non c’è nulla da fare prima o poi piove! Quest’anno è piovuto per tutto il periodo e, tanto per non fare disparità, su tutti i giochi!




Corsa dei carretti allo sterzo, corsa per pazzi scatenati su di una discesa del 18%.....

Corsa dei triclichi

Il tiro alla fune delle donne, quella ciuffettona vestita di verde in fondo alla fila è la mia figlia "piccola"!

La corsa delle botti in salita.

Ci sarebbe anche la corsa del martinaccio, ma viene fatta la sera tardi intorna alla piazza e non ho foto. 
Domenica per festeggiare il, sigh, ritorno della primavera, alla faccia di Girandola, ho preparato una tortina veloce ma molto buonina:

CROSTATINA ALLA CREMA CON LE FRAGOLE

Frolla:
- 150 gr di burro freddo a pezzettini
- 250 gr di farina 00
- 100 gr di zucchero
- 1 uovo + 1 tuorlo
- buccia grattata di un limone bio
- sale un pizzichino

Mettere il tutto nel mixer partendo dagli ingredienti asciutti, far andare finchè si forma la palla, avvolgere la pasta nella pellicola e far riposare in frigo per mezz’ora.

Nel frattempo preparare la crema:
- ¾ di latte intero (anche parzialmente scremato)
- 6 tuorli
- 10 cucchiai di zucchero semolato
- 95 gr di maizena
- ½ bacca di vaniglia
- un cucchiaino di polvere di buccia d’arance

Mettere a bollire il latte con la bacca di vaniglia meno un mezzo bicchiere, montare bene uova + zucchero, quando diventa chiarissimo unire la maizena e il mezzo bicchiere di latte, mentre il latte “monta” sul fornello versare velocemente l’impasto e, sempre girando, far cuocere la crema per pochi minuti, cioè finchè assoda e inizia appena a bollire. Spengere subito e mettere la polvere d’arancia, mescolare e versare la crema in un contenitore di vetro o porcellana per farla raffreddare.

Stendere la frolla tra due fogli di cartaforno, metterla in una teglia e appoggiarne sopra un’altra appena più piccola. Infornare a 180° per 20 minuti, togliere la teglia superiore e il primo foglio di cartaforno far cuocere ancora alcuni minuti per asciugare bene il guscio.


Quando sarà freddo riempirlo di crema e guarnirlo con spicchi di fragola passati nello zucchero di canna.