sabato 18 dicembre 2010

NEVE...NEVE...E...DOLCEZZA...

Che giornata ieri!!!
Tutta la Toscana bloccata dalla neve!!!
Ed io, pazza, che correvo da una finestra all'altra per godermela tutta!
Lo so, lo so, non sono normale!
 Inoltre il padron di casa per tornare a casa ci ha messo circa SETTE, dico SETTE!!!!, ore , di cui sei e quaranta per fare tre chilometri in città! Mentre per percorrere i circa trenta km che ci separano da Firenze, in autostrada,  ha impiegato quindici minuti!
 Poveraccio! Quando è arrivato, alle dieci e mezzo di iersera!, non ne poteva più!
Però io sono fissata con la neve, ne vedo le ovvie conseguenze, percepisco le difficoltà...ma io l'adoro!
Per non smentirmi , dopo pranzo, mentre pareva di essere sul Tonale, mi sono avventurata, lieve  (è solo un'immagine poetica...) come un fiocco bianco,  in paese! Mi sono fatta la mia bella spesona alla Coop, e poi ho fatto un giro in piazza...
A guardarlo bene non è che sia una meraviglia l'albero del comune...ma questo è!

Invece questo è il mio...
La strada bianca è tutta un programma....
Lo spazzaneve era passato, ma senza molta convinzione...

Lo splendore di una mattina piena di sole e di gelo!!!



Questi sono gli scorci di panorama che posso ammirare dalle varie finestre...

Ora, invece, si passa al dolce...
E' il classico "LATTE ALLA PORTOGHESE" che di portoghese non ha proprio nulla, ed è invece uno dei pezzi forti della cucina fiorentina, o almeno di casa mia...
Grazie al mitico ARTUSI.. Ricopio  le sue parole...

Ingredienti:
Latte, un litro.
Zucchero, grammi 180.
Rossi d'uovo. n. 8 e due chiare
Odore di vainiglia o di coriandoli, o di caffè, che sono quelli che più si addicono.

Mettete al fuoco il latte con 100 grammi del detto zucchero e fatelo bollire per un'ora intera, poi ritiratelo dal fuoco perchè diacci. Se preferite l'aroma di caffè, macinatene diversi chicchi già tostato; se aggradite l'odore de' coriandoli, che è grato quanto quello della vainiglia, soppestatene un pizzico e, tanto l'uno che gli altri, metteteli a bollire nel latte che poi passerete. Se il latte non è di molta sostanza, fatelo bollire anche un'ora e un quarto.
 (Lo scopo di tanta bollitura suppongo che abbia due motivazioni, una di sterilizzare bene il latte, all'epoca crudo, e l'altra per renderlo più consistente, quasi latte "condensato")
Sciogliete in una cazzaruola a parte gli 80 grammi di zucchero che resta e quando sarà ben liquefatto versàtene in uno stampo liscio tanto che ne ricuopra il fondo come di un velo. ( Io sciolgo lo zucchero direttamente nello stampo di alluminio, 'che altrimenti al momento di travasarlo mi rimane tutto nella prima pentolina! E poi il sughino che si forma è meraviglioso!)
 Frullate in un pentolo le dette uova, poi mescolate con il latte diaccio , passatelo da un colatoio di latta non tanto fitto e versatelo nello stampo già preparato. (Metto lo stampo già caramellato dentro una tortiera più grande con un riduttore sotto per evitare il contatto diretto col fondo e due dita di acqua già calda prima di versarci dentro l'impasto...)
Cuocetelo a bagno-maria con fuoco sopra e quando la superficie comincia a colorarsi ponete sotto al coperchio un foglio unto di burro. Per accertarsi della cottura, immergete uno steccolino di granata e se questo esce pulito ed asciutto sarà segno che va tolto dal fuoco.
Lasciatelo diacciar bene e prima di versarlo nel vassoio distaccatelo giro giro con un coltello sottile. In estate, prima di sformarlo, potete gelarlo col ghiaccio....

Di consigli ce ne sono ancora, ma per fortuna noi abbiamo i forni con il termostato e il timer!!!
Infatti il dolce va messo in forno già caldo a 120°, per due ore.

La cosa fondamentale è che l'acqua del bagnomaria non bolla MAI!, altrimenti nel dolce si formeranno antiestetiche bollicine e anche se il sapore non ne risentirà, in bocca diventerà gommoso invece che liscio e tenerissimo!

Attenzione al momento di sformarlo perchè è molto delicato.....

E' un delizioso dolce antico, più facile di quello che sembra alla descrizione, si può preparare prima e sarà una bella sorpresa per gli ospiti sazi di ogni bendiddio alla fine del pranzo di Natale, perchè è fresco e va giù che è un piacere...certo in quanto a calorie....
E, come si raccomanda l'Artusi, non dimenticate mai il velo di zucchero fuso in fondo allo stampo!